Mia sig[nora],
Per servire a V[ostra] S[ignoria] misi dapprima la mano a quest’opera, ed a sua contemplazione l’ho finalmente perfezionata; onde a lei debbo ancora per ogni riguardo inviarla, come a colei ch’è destinata a felicitar gli errori della mia penna con la divinità del suo canto, che trasporta le sirene su i teatri, anzi porta in terra l’armonia delle sfere. Doverei qui in applauso all’eminenza de’ vostri meriti, che vi predica una musa novella al nostro secolo, sciogliere canti di cigno: ma dove parla un mondo epilogato in questa augustissima città, stupenda acclamatrice della vostra virtù, sarebbe temerario il suono della voce di chi non vanta altro pregio che d’unico ammiratore d’un merito sovraumano. Vi dedico adunque quest’ope
di V[ostra] S[ignoria] mia sig[nora] parzialiss[imo] ed oblig[atissimo] ser[vitore] Gio[vanni] Battista Fusconi.
Venezia a 29 decemb[re] 1645