Lettre de Anna Amadio à Émile Zola du 27 février 1898
Auteur(s) : Amadio, Anna
Transcription
Texte de la lettreRoma di 27 febraio 1898
Sig. Emilio Zola
Nel dovere vergare queste linie il mio volto si inpallidisce trattandosi di cose e persone altolocate. Prego il cielo che l’amata Italia possa sortire dalle mani di quei uomini che la deturpano e che non gli sono sufficenti i secoli per dimenticare le loro ire. Noi possediamo diversi numisani fra i quali un Singolare Contorniato lavorato a mano decorazione che l’Imperatori Romani donavano agli Auriga Circensi quando in una sola festa vincevano 10 volte. Necessita di fortuna ha voluto che questi per ternerli sicuri siano ritornati alla terra donde furono rinvenuti. E dè perciò chiusi gli occhi quelli che li rinvennero non se ne terrebbe più parola. Abbiamo procurato di donarli alla patria che ci ha visto nascere ma non e stato permesso. Ora noi leviamo la voce e diciamo in faccia all’Universo che la colpa è a chi spetta, perché i nostri dellitti, li devono giudicare gli uomini e non quella casta di gente scaduta della moralità universale. Se poi vi fosse, come non e a dubitare, persona che la desiderasse noi siamo pronti a fare un accomodamento. Sicuri di un gentile riscontro. Mi segno per la famiglia.
La dilei devota Serva Anna Amadio
Casa Dellefratte Vicolo del Cinque
N° 43 P 2° Trastevere.
Sig. Emilio Zola
Nel dovere vergare queste linie il mio volto si inpallidisce trattandosi di cose e persone altolocate. Prego il cielo che l’amata Italia possa sortire dalle mani di quei uomini che la deturpano e che non gli sono sufficenti i secoli per dimenticare le loro ire. Noi possediamo diversi numisani fra i quali un Singolare Contorniato lavorato a mano decorazione che l’Imperatori Romani donavano agli Auriga Circensi quando in una sola festa vincevano 10 volte. Necessita di fortuna ha voluto che questi per ternerli sicuri siano ritornati alla terra donde furono rinvenuti. E dè perciò chiusi gli occhi quelli che li rinvennero non se ne terrebbe più parola. Abbiamo procurato di donarli alla patria che ci ha visto nascere ma non e stato permesso. Ora noi leviamo la voce e diciamo in faccia all’Universo che la colpa è a chi spetta, perché i nostri dellitti, li devono giudicare gli uomini e non quella casta di gente scaduta della moralità universale. Se poi vi fosse, come non e a dubitare, persona che la desiderasse noi siamo pronti a fare un accomodamento. Sicuri di un gentile riscontro. Mi segno per la famiglia.
La dilei devota Serva Anna Amadio
Casa Dellefratte Vicolo del Cinque
N° 43 P 2° Trastevere.
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