La prima rappresentazione di Conchita del maestro Zandonai al Dal Verme - article de presse · Collections de sources génétiques d'opéras

La prima rappresentazione di Conchita del maestro Zandonai al Dal Verme - article de presse

Auteur(s) : E. A.

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<em>La prima rappresentazione di Conchita del maestro Zandonai al Dal Verme</em> - article de presse

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E. A.
La prima rappresentazione di Conchita del maestro Zandonai al Dal Verme - article de presse, 1911-10-[15?].
Emmanuelle Bousquet (Université de Nantes, Amo & ITEM, CNRS-ENS), projet EMAN (Thalim, CNRS-ENS-Sorbonne nouvelle).
Site "Collections de sources génétiques d'opéras"
Consulté le 08/05/2025 sur la plate-forme EMAN : https://eman-archives.org/genetiqueopera/items/show/186

Description & Analyse

Description

Long article critique sur la Première de conchita au théâtre Dal Verme.
Critique positive de la Première. applaudissements nourris et salutations répétées de la part des interprètes (3 fois à chaque baissé de rideau) et du compositeur (8 à 10 reprises); apparition sur scène du directeur d'orchestre Panizza et du poète Zangarini.

Analyse détaillée et intéresssante pour les références opératiques :

Analyse critique du style musical du compositeur, qui, sans être novateur, se place parmi les nouveaux compositeurs italiens, prêts à succéder à Puccini.

Référence aux styles opératiques de l'époque : la "couleur locale" dans les scène de la "strada" ou "il baile"; référence à Carmen de Bizet pour l'acte II, à la scène de l'atelier, opéra Luisa [Miler] de Giuseppe Verdi.

Le prélude de l'acte III de la "cancellata" expose l'excellence de Riccardo Zandonai; référence à Verlaine : "c'est l'extase langoureuse du violon qui gémit parmi les frissons de la bise [sic] et dont le sanglot s'évanouit dans la lueur de la lune" [cf. poème C'est l'extase langoureuse, Paul Verlaine].

Critique sévère du livret : en particulier le traitement littéraire et psychologique des deux personnages principaux, celui de Conchita qui ne peut rivaliser ni avec Carmen ni avec Salomé, celui de Mateo, mainte fois employé, oscillant entre Don José et Des Grieux. Même chose pour l'amour-passion entre les deux amants qui n'atteind pas celui mis en scène, entre autres, dans Werther et Aida.
Critique positive de l'orchestre, sur l'art scénique et vocal de Tarquinia Tarquini et du ténor Schiavazzi.

Transcription du texteUn successo bellissimo, sereno e persuasivo; nessuna manifestazione eccessiva; un sicuro convincimento nei plaudenti ed una rispettosa diffidenza fra i dubbiosi. Ma ad ogni modo la cronaca della serata è assai lusinghiera. Non pel pubblico fittissimo ed elegante, che si stipava nel vasto teatro, e che testimoniava colla sua presenza sola, l'interesse e la simpatia pel nuovo tentativo del giovanissimo maestro già salito in fama col suo Grillo del focolare-, ma sopratutto per l'irrompere vivo ed entusiastico delle acclamazioni alla fine d'ogni atto. Se gli artisti furono evocati al proscenio tre volte ad ogni calar del velario, lo Zandonai, malgrado la sua riluttanza, dovette aderire otto o dieci volte alle insistenti chiamate del pubblico.
E con lui si volle il maestro Panizza direttore e concertatore di una grande sobrietà, ma di una coscienza vigile e forte, ed alla fine anche Zangarini, il poeta.
Una bellissima serata dunque, e bisogna pur dire un successo largamente giustificato.
Riccardo Zandonai è senza dubbio un felice temperamento di musicista.
Questa sua Conchita - benché assai lontana dall'eccellenza - offre però spesso a chi l'ascolta con simpatia, col “placato orecchio” pariniano, viva materia di compiacimento; né è raro incontrarvi, pur fra le scorie, luccichii d'oro ed iridescenze di perle.
Gli è che la sensibilità dell'autore di Conchita, sempre tesa ed in agguato, è raramente insincera; e la sua tavolozza, ricca di combinazioni e di impasti giovanilmente audaci, se ha il gusto dei colori abbaglianti, conosce pur l'arte delle morbide sfumature, mentre la sua melodia, spesso inquieta e tormentata, rivela però il musicista che si sforza di tradurre in altrettante oscillazioni ritmiche, le sue più tenui vibrazioni emotive.
Ciò che manca invece allo Zandonai è la nota personale, quando non si voglia ritrovarne l'equivalente in un suo eclettismo quasi istintivo, che lo porta ad assimilarsi agevolmente, ma con misura e con tatto, i più caratteristici procedimenti delle più opposte scuole. In tal modo, pur senza ravvivare d'elementi inusitati le sue concezioni, lo Zandonai mostra di sapere trar profitto di una larga coltura trasformando con garbo, fondendo con finezza, appropriandosi con gusto le più ardite forme polifoniche; e, suggendo come l'ape la migliore essenza d'ogni corolla, sa come l'ape distillarne un miele ben suo, che ricorda soltanto per un vago profumo indistinto il fiore che lo nutrì.
Si può dunque dire che se non si presenta come un innovatore, lo Zandonai si afferma però fra i più ben temprati dei nostri giovani maestri, né mi stupirebbe se sul suo nome si raccogliessero ad una prima occasione i maggiori, se non i migliori suffragi.
Stanca da un pezzo la musa di Puccini, è ben tempo che qualcuno si prepari a succedergli nel favor popolare. Lo sospirano il pubblico e ancor più gli editori; e poiché non è da rutti essere Wagner o Mussorsgki [sic], si può sentirsi paghi anche di minori destini e rendersene degni, supplendo col devoto fervore al difetto del genio.
Ora lo Zandonai, se difetta di genio, ha certo una larga genialità. Giovanissimo ancora, facile e fecondo compositore, mostra già qualità d'arte e di stile che dovranno indubitabilmente diventar popolari, segnando nello stesso tempo un notevole progresso sulla maniera dell'autore della Butterfly.
Già in questa Conchita tutta la parte episodica e decorativa è veramente molto superiore alla produzione corrente dei nostri giovani maestri.
Senza avere, ripetiamo, un'impronta esplicita, un marchio caratteristico, la musica dello Zandonai appare più libera e disinvolta, più limpida ed espressiva d'ogni altra musica di rivali. La prima parte del primo intermezzo “nella strada”, se evoca col trillo sommesso delle castagnette la Spagna della tradizione spicciola, è certo una bella pagina d'acceso color locale; la scena del “baile” troppo farraginosa e un po' fuori d'ambiente, questa, forse per paura d'ambientarla troppo — lo spettro del secondo atto di Carmen deve aver qui paralizzato il musicista — ha larghe pennellate accecanti, indovinatissime; mentre il notturno elegiaco che prepara il quarto atto è di una delicatezza conquistatrice.
Meno riuscito lo schizzo del primo quadro, la Fabrica, che se ricorda le scene dell'atélier nella Luisa non fa dimenticare [sic]; ma dove l'autore di Conchita si afferma superiormente è nel preludio sinfonico del terzo atto: “la cancellata”.
Qui l'ispirazione dello Zandonai ha davvero quel palpitar d'ali che rivela la presenza del nume. Il flebile sospirare della sua musica rende l'incanto d'alcune “ariette dimenticate” del Verlaine. E la sua extase langoureuse col violino che geme parmi les Jrissons de la bise [sic] e il cui singhiozzo vanisce nel lume di luna.
Qui i mezzi dello Zandonai sono semplici e quasi comuni: il modular lento di una serenata lontana, l'ardore di un bacio su due labbra che tremano, il muoversi d'ombre amorose nella calda serenità del plenilunio... Siviglia, Napoli, Venezia? che importa? è il felice paese dove di notte i fiori profumano forte, le mani si stringono furtive e le bocche si cercano avidamente. C'è una larga vena di languida e conturbante poesia nel temperamento musicale di Zandonai!
Che manca dunque a Conchita per essere un lavoro “eccellente”? Manca Conchita.
In verità, nella nuova opera non esiste tipicamente nemmeno la figura di don Mateo; le note particolari del povero hidalgo sono così comuni a tutti i tenori lirici maltrattati dalle loro amanti, che don Mateo non ha modo di differenziarsi. Oscilla fra don José e Des Grieux, scande le sue frasi d'angoscia, d'amore o di minaccia con sufficiente concitazione, ma niente lo distingue dal mucchio degli amatori disperati per perfidia d'amanti. E tuttavia non guasterebbe.
Il male è che manca Conchita. Nel dramma lirico di Vaucaire e Zangarini la dannata mozita non riesce mai ad individualizzarsi, né per virtù di musica, né per arte di poesia.
Perché spesso al difetto del compositore supplisce l'arte del poeta. Succede spesso che un'eroina da melodramma viva non per la sua anima musicale, ma per l'afflato drammatico: Tosca, Fedora, Minnie appartengono a questa categoria. Non per nulla i compositori scansafatiche preferiscono prendere la protagonista bell'e fatta nel romanzo o nel dramma, invece di trasfonderle anima e sangue e carne e muscoli e nervi a travaglio di note! Ciò appartiene soltanto ai sommi; essi soltanto possono darci Siegfried e Tristano, Siglinda, Elsa o Brunilde...
Ma Conchita è assente nell'opera come nel libretto. Per essere la protagonista di La Femme et le Pantin doveva toccare in sorte a un compositore disposto a colluttarsi con lei come Ercole col leone Nemeo. Forse non ne valeva la pena, non so; ma bisognava divinarla, penetrarla, possederla, crearla veramente, perché è ambigua, guizzante ed enigmatica anche nel romanzo di Pierre Louys. Ma ancor più nel libretto. Qui è anzi per due atti comune come la moneta da un soldo e per gli altri due atti incomprensibile come un geroglifico egizio!
La colpa non è tutta del poeta: temettero forse l'eccessiva crudezza del tipo, e vollero attenuarne le tinte... Imperdonabile errore! La Conchita lirica non è più il piccolo mostro frigido e lascivo, avido, orgoglioso e crudele del romanzo, la sgual-drinetta che fa dell'uomo che la ama il suo burattino ed è vinta, ma per un attimo solo, da un suo gesto di disperata energia e di brutalità dominatrice; la Conchita di Zandonai se nel primo atto è una monella sentimentale e nel secondo una ballerina romantica che ha l'impudore professionale ed il risentimento impulsivo, diventa nel terzo atto un'isterica colpita da improvvisa follia, e nell'ultimo quadro una psicopatica, prezioso documento di masochismo femminile, ma non meritevole certo degli onori della scena lirica.
Non per idiosincrasia morale, dio ce ne guardi! Salomè è assai più mostruosa, e tuttavia l'abbiamo vista senza storcere il muso; ma Salomè ha, anche musicalmente, anzi sopra tutto musicalmente, una sua ragion d'essere, una sua robusta spina dorsale che ce la erige innanzi viva ed imperiosa.
La Conchita di Zandonai, invece, senza nuclei vitali, senza fusto né nerbo ci si spappola sotto gli occhi come creta arida.
Si richiedevan forse soltanto pochi tratti decisi, quelli che bastano a farci sorridere se pensiamo a Beckmesser, a suscitarci una serena malinconia se evochiamo Ffans Sachs; ma era indispensabile darci musicalmente quella impronta psicologica che fosse per sempre la seiiorita Concha Perez. Ma bisogna esser spiriti sovrani.
Invece in questa Conchita ci sono scene di violenza o di passione fra tenore e soprano, e in qualcuna d'esse vibra una nota alta e forte di sdegno o di sentimento;
ma potrebbe convenire indifferentemente a situazioni uguali fra personaggi tutto diversi...
Il giovane compositore ha certo avvertita l'inconsistenza lirica della sua creatura senza sapervi rimediare, talvolta tenta promuovere artificiosamente quel contrasto drammatico che non può aver luogo in Conchita perché il contrasto presuppone l'urto di due forze uguali e contrarie, e Conchita è invece l'incoerenza, la volubilità ed il capriccio; allora ci dà musicalmente l'enfasi ed il luogo comune; la sproporzione sensibile e fastidiosa fra cause ed effetto, fra la piccolezza morale dei personaggi e l'epico grido della loro sensibilità.
Perché, diciamolo sommessamente per non parer filistei, a che si riduce alla fine questa Conchita che per errore di concezione non è nemmeno — e basterebbe — come Carmen e Salomè, la visione di uno strano tipo femminile? Che è mai questa Conchita che non è nemmeno — e basterebbe — come in Werther, nell 'Aida, od altrove, l'amore-passione contrastato da forze divine od umane, il più comune dei pathos melodrammatici ?
Che è mai, dunque, se non l'atto della fornicazione disputato per 4 atti e 6 quadri ad un don Mateo de Diaz, che non conosciamo affatto, dalla vanità e dal capriccio d'una bailerina isterico-sentimentale che conosciamo ancor meno?
E per così poco si dovrebbero scomodare tutte e nove le vergini muse? Euterpe per la musica, Tersicore per la danza, Erato per la poesia erotica, Polimnia per la lirica e Melpomene e Talia e noi pubblico per soprammercato?
Don Mateo ha perfettamente ragione: questa Conchita è la più fastidiosa e capricciosa delle sehoritas, la peggiore delle donne. Che iddio non la perdoni.
Quanto al maestro Zandonai ci darà intera la misura del suo valore appena potrà cimentarsi con un soggetto commisurato alle sue forze né tarde né poche. Non ci meraviglieremo se si avrà allora l'opera “eccellente” che si aspetta da lui.
L'esecuzione fu ottima, armoniosa in ogni sua parte, robusta e colorita in orchestra, superba sul palcoscenico. La Tarquini fu attrice perfetta di movenze, d'atteggiamenti, d'espressione e non fu certo per cagion sua se Conchita non parve la più dannata femmina del mondo. Ma anche vocalmente fu violenta o deliziosa come meglio non si poteva. E le fu degno compagno lo Schiavazzi che affermò la sua voce robusta, meritandosi come la Tarquini singolari applausi.
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Contexte géographiqueItalie

Informations sur le document

Date1911-10-[15?]

GenreDocumentation - Presse

LangueItalien

CoteBCR, SZ 489

Nature du documentjournal

Supportpapier

Localisation du documentBiblioteca comunale Tartarotti (Rovereto, Italie)

Contexte géographiqueItalie

Information sur la revue

Titre de la publicationL'Avanti!

Information sur l'édition numérique

Contributeur(s)

Bousquet, Emmanuelle (édition scientifique)
Cescotti, Diego (transcription, 1999)

Editeur de la ficheEmmanuelle Bousquet (Université de Nantes, Amo & ITEM, CNRS-ENS), projet EMAN (Thalim, CNRS-ENS-Sorbonne nouvelle)

Mentions légalesFiche : Emmanuelle Bousquet (Université de Nantes, Amo & ITEM, CNRS-ENS), projet EMAN (Thalim, CNRS-ENS-Sorbonne nouvelle). Licence Creative Commons Attribution – Partage à l'Identique 3.0 (CC BY-SA 3.0 FR)

Notice créée par Emmanuelle Bousquet Notice créée le 07/04/2020 Dernière modification le 30/10/2024